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ALICE SPRINGS

Questa città è circondata da un deserto di sabbia rossa che si estende per centinaia di chilometri in tutte le direzioni, Alice Springs è una delle città più famose dell'Outback Australiano. È anche il punto di partenza per raggiungere le spettacolari formazioni naturali di Uluru (Ayers Rock) e del Kata Tjuta National Park. Alice Springs si trova nel Red Centre, il cuore rosso fisico e spirituale dell'Australia. La città è circondata su tutti i lati dai frastagliati MacDonnell Ranges, che secondo la tribù Arrernte che vive qui da sempre si formarono durante il Dreamtime ad opera di bruchi giganti. La Royal Geographic Society of Australia ha calcolato che il centro geografico e gravitazionale del continente si trova a Lambert Centre, 200 km circa a sud della città. Questo è anche il luogo ideale per conoscere le ricche tradizioni aborigene Australiane e ammirare paesaggi suggestivi.

ALICE SPRINGS:
un nome di forte suggestione, forse perché custodisce luoghi circondati da un alone di mistero, o dovuta alla presenza di una numerosa comunità aborigena. Senza dubbio, sono anche influenzato e sensibilmente affascinato dalla lettura del libro di Bruce Chatwin “Le vie dei canti”: leggere trovandosi negli stessi luoghi descritti dallo scrittore costituisce una esperienza assolutamente unica. Le “vie dei canti” sono, nella mitologia aborigena, un labirinto di sentieri invisibili che corre lungo tutto il territorio australiano. I miti della creazione raccontano di antenati totemici che, nel “tempo del sogno”, crearono se stessi e poi partirono per un viaggio attraverso il continente, cantando il nome di tutto ciò che vedevano e dando così origine al mondo per mezzo del canto.
Fa fa molto caldo qui ad Alice Spring il termometro di giorno non scende mai sotto i 34 gradi. Attraverso Todd Street ed ho l’opportunità di incontrare, per la prima volta da quando sono in Australia, alcuni aborigeni del luogo. La loro attuale condizione di emarginazione mi fa pensare a quanto sia oggi distante, per loro, lo spirito del “tempo dei sogni.

Il cielo, in Australia, sembra più vicino alla terra; lo spazio immenso esaspera il concetto di infinito e ti induce a liberare la mente: sono i pensieri che mi accompagnano durante il tragitto lungo una strada che sembra una striscia rossa nel deserto.
La prima tappa è costituita dai “Monti Olgas” (Kata Tjuta, che per gli aborigeni significa “molte teste”): 28cupole tondeggianti di arenaria rossa che sembrano degli immensi pagliai. Si ritiene che questo sito fosse un immenso letto di roccia sedimentaria modellato nella attuale struttura, nel corso di milioni di anni, da continue erosioni causate da tempeste di sabbia e agenti atmosferici.

Dopo un trekking fra le “cupole” degli Olga’s Mountains, raggiungiamo, finalmente, il mitico Ayers Rock. E’ veramente imponente e carico di suggestioni. In un deserto che sembra senza limiti, appare come un magico miraggio senza peso. Evoca un indescrivibile emozione questo monolito, che al tramonto si carica di un colore rosso fuoco, assumendo una dimensione quasi mistica. Mentre su Ayers Rock cala la sera gustiamo in compagnia una bella grigliata accompagnata da un buon spumante e un buon Merlot Australiano. Sicuramente questa notte Sogneremo, canteremo e anche noi riusciremo a percorrere la lunga via dei canti, che ci porterá in mondo diverso dove tutto l'essere vivente vive in pace e in armonia con tutto il creato.

KINGS CANYON:
King’s Canyon. Non Osiamo fare il trekking su per la vetta causa dell'eccessivo caldo circa 40* optiamo per il sentiero che lo percorre. Le lunghe pareti formano Una specie di Anfiteatro: uno scenario naturale maestoso. Una parete verticale di roccia granitica di colore rosso arancio che sembra quasi tagliata con un coltello, precipita a strapiombo da una altezza di circa 300 metri in questa incantevole oasi naturale dove noi camminiamo chiamata Eden Garden per la presenza di una folta vegetazione di palme ed eucalipti. Una bella camminata che ci ha dato anche la possibilità di come deve essere gestito un parco, dove un albero ferito dall'uomo viene addirittura bendato come un essere umano. Come dicono gli Aborigeni "qualsiasi forma di vita ha il diritto di esistere ed essere rispettato".